“Circa 570mila euro saranno impiegati nel sociale, nel 2017, per la realizzazione di progetti che riguardano l’inclusione attiva, le persone in stato di fragilità, famiglie problematiche e con difficoltà economiche e l’integrazione dei migranti”. Lo precisa l’assessore alle Politiche Sociali, Antonella Allegrino, in merito ai presunti tagli nel bilancio di previsione del Comune, che ammonterebbero, secondo l’opposizione, a 1,6 milioni di euro.
“In realtà parliamo di 300mila euro in meno, per i quali ho chiesto che venga posta particolare attenzione in fase di discussione del Bilancio, al fine di accrescere misure in favore del sostegno alimentare, di persone disagiate attraverso il Pronto Intervento Sociale (Pis), dei centri sociali per gli anziani e dei centri diurni per i disabili – continua l’assessore Allegrino – Alcune quote che figurano nei presunti tagli e pari ad un importo di 700mila euro, riguardano i minori trasferimenti di fondi da altri enti con cui mi sono già attivata per ottenere l’erogazione della parte mancante. Gli altri 600mila euro, che non appaiono nel bilancio, dipendono dal fatto che si riduce l’importo finanziato negli anni passati per sostenere il costo dell’assistenza dei minori negli istituti (case famiglia o comunità familiari), grazie alla complessa e articolata attività dei servizi sociali, che stanno lavorando al fine di non “istituzionalizzarli”, ma di supportarli con progetti di aiuto e accompagnamento dell’intero nucleo familiare.
Va rilevato, inoltre, che questa spesa è diminuita a seguito del compimento del diciottesimo anno di età da parte di alcuni ragazzi, che hanno lasciato pertanto le strutture di accoglienza. E’ particolarmente importante, infine, sottolineare come per la nostra comunità stiamo avviando progetti corposi finanziati a seguito di bandi vinti dall’assessorato al Welfare e all’innovazione Socio-sanitaria e di progetti finanziati a livello nazionale, per un importo complessivo di 570mila euro. Si tratta di servizi che vanno ad incidere positivamente sulla qualità della presa in carico delle persone in difficoltà o delle famiglie e che garantiscono aiuti non di tipo estemporaneo, ma che mirano al reinserimento sociale del singolo o dell’intero nucleo familiare, ad oggi non presenti”.